Da oggi diamo inizio a una nuova rubrica con cadenza quindicinale il cui scopo è quello di fare un viaggio nella storia, andando a riscoprire le origini della razza, la sua evoluzione morfologica e gli usi e costumi che attengono al mondo del cavallo spagnolo. L’ idea è chiamarla “DA IERI A OGGI”.
Le origini del P.R.E. sono incerte, c ’e’ chi lo vuole discendere dal cavallo Arabo e Berbero, chi invece lo vuole discendente dell’equus iberico incontrato dai romani nelle loro campagne.
Gia’ autori romani ( Plutarco , Plinio il Vecchio e Seneca ) parlano del “caballo hispanico” come di un animale bello, docile, fiero e valoroso, ideale per la guerra e per i giochi che si svolgevano nei circhi. Addirittura Omero nell’Iliade cita i cavalli iberici definendoli invincibili nelle corse.
E’ comunque Filippo II che getta le basi dell’allevamento sistematico del cavallo spagnolo, creando la cavalleria reale di Cordoba dove vengono concentrate i migliori esemplari.
Il cavallo spagnolo ha caratterizzato la scena dell’allevamento equino dal XII al XVII secolo, influenzando molte delle piu’ conosciute razze europee fra cui il Lipizzano, l’Hackney, l’Oldemburg , l’Holstein e il normanno, oltre che tutte le razze americane.
La Spagna da sempre e’ terra di cavalli e il P.R.E. e’ il degno prodotto di una delle piu’ antiche culture equestri.
Per la sua versatilita’ il cavallo spagnolo si puo’ definire il cavallo ideale:
Compagno ideale per l’equitazione da campagna , spettacolare e maestoso nelle andature, con un estremo equilibrio mentale risulta ideale per il dressage e per gli attacchi e non solo.
La piu’ giusta definizione per il P.R.E. fi data dal principe di Conde’ : e’ un cavallo da Re.