Pubblichiamo un commento, tratto da Affari Italiani.it, dell’amico e allevatore di cavalli Pre Mirko Nesurini, in merito alla radiazione a vita dalla Fise dell’olimpionico di dressage Paolo Margi. Il “cavaliere” è stato accusato dalla giustizia sportiva dei maltrattamenti che hanno portato alla morte il cavallo Flambo, che aveva in allenamento.
Nella foto (Facebook) Flambo e la sua proprietaria Laura Romanelli.
“Il campione olimpionico di dressage Paolo Margi è stato radiato dalla Federazione Italiana Sport Equestri per maltrattamenti che hanno portato alla morte del cavallo Flambo.
Purtroppo nel mondo dei cavalli esistono allenatori come Margi che credono ai metodi aggressivi, soprattutto nel dressage, una delle discipline più impegnative per l’uomo e il cavallo dal profilo della relazione.
Il dressage consiste nel fare evolvere la relazione complice tra uomo e cavallo per generare eleganza nei movimenti e sviluppare le qualità del cavallo attraverso l’educazione armoniosa. Avete capito? Quasi una disciplina Zen, alla faccia delle “legnate” dei tanti Margi purtroppo presenti nelle scuderie italiane, soggetti che credono di essere più forti di un animale che pur di non difendersi fisicamente dall’uomo si fa ammazzare.
Alcune pratiche al primo colpo d’occhio sono più “soggette” al rischio di maltrattamento di altre, ad esempio la doma di campo. Si tratta di quelle discipline che muovono dai lavori con le vacche, quindi spostamenti rapidi e giravolti. Ma anche in questo caso, se guardate un fantino-lavoratore nei campi dell’Andalusia vi rendete conto che la chiave è la relazione con l’animale, mai la forza bruta.
La questione, quella della relazione tra cavallo e uomo, affonda le sue sbagliate credenze nella tradizione. “Tenere a briglia stretta” sembra il mantra del controllo. E’ il contrario di quello che va fatto per controllare un cavallo. “Usare carota e bastone”. Altra grande frottola. Né l’una, né l’altra servono a qualcosa.
La società in cui viviamo non ci aiuta. Il cavallo chiede poche cose, ma una la esige. Si tratta della pazienza. Per preparare un cavallo all’ingresso in pista servono almeno due anni: si inizia all’età di tre anni, ai cinque il cavallo eseguirà un buon passo, trotto e galoppo e qualche esercizio iniziale. Per controllare il cavallo su tutti i movimenti del dressage, servono almeno quattro anni.
“ALCUNE REGOLE D’ORO PER EMARGINARE I BRUTI. Licenziate senza ripensamenti il vostro allenatore chiunque sia – soprattutto i padreterni che credono di saperne una più del diavolo – se è aggressivo in pista, vi promette di domare il cavallo in pochi mesi, corregge gli errori dell’animale in poche settimane”.
Mirko Nesurini